sasha vinci

Panoramica celeste inserita nel circolo delle quinte

NON SI DISEGNA IL CIELO / Chiaramonte Gulfi Canto II

Chiaramonte Gulfi

1 agosto 2015

NON SI DISEGNA IL CIELO - Chiaramonte Gulfi Canto II è il canto della città di Chiaramonte Gulfi, definita il “Balcone di Sicilia” per la sua incantevole vista panoramica. In questa piccola città, incastonata nella catena dei Monti Iblei, Sasha Vinci rivolge il suo sguardo al cielo per creare un'opera che diventa il canto delle stelle.

Particolare
Particolare

La panoramica del cielo stellato, visibile da Chiaramonte Gulfi precisamente la notte del 1 agosto 2015 alle ore 24:00, viene ribaltata e incisa su un disco di ferro retroilluminato, appoggiato su un basamento circolare e collocato al cento della navata della Chiesa di Santa Teresa. La luce, filtrata dalle incisioni del disco, si riflette sulla volta della chiesa, restituendo così le costellazioni a quell’edificio degradato dal tempo.

Non si disegna il cielo - Chiaramonte Gulfi Canto II° / 2015 / Installazione site specific Chiesa di Santa Teresa, Chiaramonte Gulfi / Corten, luce e suono / diametro 140 cm 
Non si disegna il cielo - Chiaramonte Gulfi Canto II° / 2015 / Installazione site specific Chiesa di Santa Teresa, Chiaramonte Gulfi / Corten, luce e suono / diametro 140 cm

Seguendo il simbolismo del circolo delle quinte, è stata poi composta un’armonia a più strumenti che rappresenta la "voce" delle stelle. La nota scelta per inaugurare il canto è il FA che nella stessa simbologia del circolo delle quinte rappresenta l'alba della musica. Il tempo della partitura invece è 4/4, poiché il 4 nella simbologia numerica è considerato il primo vero numero. La melodia di questo canto è stata realizzata in collaborazione con il musicista e compositore Vincent Migliorisi.

Non si disegna il cielo - Chiaramonte Gulfi Canto II° / 2015 / Installazione site specific Chiesa di Santa Teresa, Chiaramonte Gulfi / Corten, luce e suono / diametro 140 cm

NON SI DISEGNA IL CIELO - Chiaramonte Gulfi Canto II non è solamente un’installazione artistica, ma un vero progetto di rigenerazione urbana che riapre un monumento storico abbandonato per renderlo accessibile al pubblico, proponendo una “lettura” e un’interpretazione nuova dello spazio.

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